Gabriella Maleti
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testi

da Madre padre

Società di poesia
Per iniziativa dell'Editore Guanda
Milano 1981




3


esco da me
gli alberi arrivano prima
ma crescono senza padre e senza madre
ho fatto le mie barche d'erba
tutto resta
i denti di un piccolo cane sul mio polso destro
mio padre dal campo figura d'aria
usciva
la grande donna in piedi
diabetica
circonda l'albero dei fichi
li ruba ad uno ad uno
io giungo dalla curva sul cavallo
che precipita.
la casa è raggiunta
mentre il senso non è definito



11


s'era concluso madre?
trascinavo il tuo letto di ferro nero
faticoso per campagne.
dicevi di non guardare
ma era la stessa la notte a un passo
tutto era indefinito
la certezza nelle foglie
e io non sapevo addormentarmi nei ruoli
vaghi degli animali



27


di colpo - alé -
mi lasciavo precipitare sul fieno
un colpo odoroso un attacco un gemito
una grande risata nei denti



26


fra parenti non si capiva più un accidente.
tua sorella ascoltava e usciva da sé per sé
sua figlia mia cugina creatura senza alberi
rideva senza conoscere
tuo fratello diceva che non poteva andare
altri che avremmo dovuto partire
o partire e tornare
che insomma non era vita.
mi tenevi lì
se mi avessi toccata madre
avresti visto le mie mani come uccelli annegati.
certi uccelli per certe trappole
dicevano e vestono le bambine
come confetti
bimbe rosa bimbe nel pugno
che certe nascite si accettano a fatica
che sono disgrazie
come perdere un braccio
o dieci anni di carestia
mentre io mi sentivo forte
come un fiume senza parti
guardare a mezzo e poi fuggire
stornare l'attenzione
mangiare e dire alle otto della mattina
che è un abbaglio
che non sono io
perdere gli strumenti.
ah ma l'erba nell'onda
a capofitto nel mare


18


invece di venti figli
mi sono trovata nel pozzo
venti possibilità.
vecchia femmina
la luna orina dietro casa
sgronda
 

 

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